Anche se il sindaco di Londra ha garantito gli stessi prezzi dei trasporti pubblici dell’anno scorso, può solo farlo per i mezzi londinesi ovvero quelli della TfL, ma non le ferrovie.
Da oggi 2 gennaio infatti i prezzi dei biglietti ferroviari salgono in media del 2,7% in tutto il Regno Unito anche se i servizi non vedono grandi miglioramenti. Molti pendolari nella zona di Londra si lamentano infatti di treni affollati, spesso in ritardo o sospesi con riscaldamento e aria condizionata che non funzionano. Ciò sarebbe anche nella norma ma i treni britannici sono tra i più cari d’Europa senza avere la puntualità svizzera.
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Un pendolare britannico paga infatti 7 volte di più per un abbonamento ferroviario di un europeo medio, con persone che versano anche oltre il 20% del proprio stipendio in abbonamento. Ciò significa che il discorso di lavorare a Londra e vivere fuori per risparmiare sugli affitti non funziona per le persone che non guadagnano bene. Quello che si risparmia in affitto si paga comodamente in abbonamento ferroviario.
Per questo motivo ci saranno oggi proteste in diverse parti del paese con la più grande nella stazione di King’s Cross a Londra. La rabbia aumenta visto che le società private che gesticono le ferrovie godono di agevolazioni statali oltre al guadagni dei biglietti e invece di reinvestire i loro profitti cercando di rendere meno care le ferrovie e in alcuni casi anche farle funzionare meglio, danno parte del loro profitto ai loro azionisti ed enormi bonus ai loro direttori.