City of London

Aumentano le assunzioni a Londra, ma le aziende rimangono pessimiste

Sono usciti due rapporti in questi giorni, il primo dalla società di selezione Morgan McKinley che mostra che dopo le elezioni del 12 dicembre scorso si vede una ripresa della assunzioni.

Il numero di offerte di lavoro è salito del 6% rispetto a novembre e si vede un aumento del 38% di candidati alla ricerca di lavoro.  In ogni caso gli ultimi 3 mesi del 2019 hanno registrato una diminuzione del 42% di offerte di lavoro rispetto a quelle degli ultimi 3 mesi del 2018.

Le aziende a Londra invece non prevedono che la Brexit avrà un effetto positivo soprattutto con le recenti dichiarazioni del governo che UK non intende rimanere allineato alla UE per quanto riguarda gli standard. Quindi difficilmente ci sarà un trattato favorevole con la UE. Le aziende a Londra tendono ad essere meno positive di quelle in altre parti del paese. 

Mentre per certe aziende questo non cambia molto e altre potranno giovare da trattati con gli Stati Uniti e altri paesi, parecchie aziende erano a Londra perché era un hub europeo con pieno accesso al mercato unico.

La perdita di questo accesso significa che per certe organizzazioni non ha più senso avere una grossa sede a Londra e hanno spostato o stanno spostando la maggioranza delle loro operazioni in altre parti d’Europa. 

Quasi sicuramente a lungo termine Londra si riprenderà ma sarà molto diversa. Indubbiamente ci saranno meno opportunità per i nostri connazionali (lavoro per chi parla italiano o conosce il mercato italiano, per esempio). 

Il governo ha anche confermato che il nuovo sistema di visti per lavorare inizia il 1 gennaio 2021. Ha anche annunciato che non ci saranno visti per lavoro non qualificato e meno qualificato ma solo per chi fa lavoro specializzato e richiesto.

In poche parole se siete ingegneri civili con esperienza e parlate bene inglese potrete fare domanda per avere il visto, se siete badante o cameriere scordatevelo. Non tutti sono convinti che il nuovo sistema funzionerà con alcuni settori già in forte crisi per mancanza di personale. 

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