Young man with his luggage and backpack using smartphone while waiting for airline flight in the

Bisognerà avere il certificato IELTS per lavorare in UK?

Il governo britannico riconferma IELTS come l’esame necessario per avere un visto di lavoro nel Regno Unito. 

Ora questo vale solo per chi viene da un paese extracomunitario e non dall’Unione Europeo ma dal 1 gennaio 2021 (se Boris Johnson non chiede una proroga del periodo di transizione) questo quasi sicuramente valerà anche per i cittadini europei che vogliono lavorare in UK. 

In poche parole bisognerà avere un buon inglese per poter lavorare legalmente in UK e possiamo scordarci l’idea di venire in UK per migliorare l’inglese mentre si lavora. 

Si, certo si può rimanere in UK da clandestini ma ciò sarà molto difficile. Infatti UK ha un ‘hostile environment’ contro gli immigrati clandestini con datori di lavoro e padroni di casa che possono anche rischiare la galera se prendono una persona ‘non in regola’. E il clandestino stesso rischia la detenzione a tempo indeterminato seguita da deportazione. Il Regno Unito è l’unico paese europeo che permette detenzione di questo tipo per immigranti clandestini e non ha intenzione di cambiare la situazione, anzi la ministra degli esteri vuole un regime ancora più severo. 

Ci sono comunque altre opzioni, rimane infatti il lavoro alla pari che non viene considerato un lavoro ma uno scambio culturale e non sarà parte della quota di immigrati permessi e il governo parla ancora di visti di 12 mesi non rinnovabili validi per certi datori di lavoro o settori. Ma saranno solo disponibili in numero limitato e solo da certi paesi, non sappiamo ancora se l’Italia sarà inclusa. Poi un visto non rinnovabili non interessa a chi vuole venire qua a lavorare cominciando dal basso e poi facendo carriera. 

È vero che ci sono settori che hanno bisogno di personale e quindi è possibile che col tempo dovranno essere meno severi, ma molta di questa retorica contro gli immigranti si basa su emozioni irrazionali e quindi sarà difficile per il momento cambiare tono. In fondo molti britannici dichiarono che preferiscono essere poveri che vedere stranieri in giro.

La questione che non viene discussa molto è che gli immigranti che veramente contribuiscono al paese non sono tanto i super professori o scienziati, molti dei quali stanno qualche anno e poi si spostano altrove, ma coloro che vengono e cominciando dal basso si costruiscono una carriera, aprono un’azienda, portano idee e lavoro. Negare l’ingresso a questo tipo di immigrati sarà una grossa perdita per tutti. 

 

 

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