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Cose su Londra che si sentono spesso e che non sono sempre vere

Molti italiani che scrivono a questo sito o sui social media spesso fanno delle affermazioni su Londra o la Gran Bretagna che non sempre sono completamente vere. Ma spesso vengono ripetute come se fossero sempre vere per tutti.

Bisogna ripetere che non esiste un’esperienza media valida per tutti, un ingegnere italiano con esperienza e che parla inglese non avrà un’esperienza simile a quella di un italiano che lavora in nero in un ristorante italiano e non parla inglese. Questo dovrebbe essere ovvio.

Inoltre Londra non è la stessa per tutti, ci sono cose che non cambiano, ma altre variano a secondo di come ci comportiamo noi, cosa facciamo, dove andiamo e così via.

Altri fattori in gioco sono le nostre aspettative, se pensiamo di poter trovare un lavoro da £30 mila in una settimana con inglese a livello B1, probabilmente saremo delusi. Inoltre entrano in gioco i nostri pregiudizi.

Il bias di conferma diventa importante, se vediamo solo le cose che confermano quello che già pensavamo. Se siamo convinti che la meritocrazia a Londra è sempre perfetta, evitiamo di prendere nota di quando non lo è.

Ma vediamo alcune delle cose spesso ripetute da italiani e che non sono sempre vere.

Non prendono in considerazione le lauree italiane.

Non proprio vero in generale. Ci saranno anche posti di lavoro che preferiscono prendere britannici, ma non è la tendenza generale soprattutto a Londra, anche perché molti assumono solo stranieri. Certo con la Brexit le cose sono cambiate notevolmente, ma se non vi danno il visto per lavorare non è per avere una laurea italiana, ma per non avere abbastanza competenze richieste. 

Quello che è vero che per molti settori una laurea soltanto che sia britannica, italiana o giamaicana non basta se non seguita immediatamente da esperienza lavorativa nel settore.

Molti vogliono anche vedere un CV che dimostra interesse o passione per il settore e soprattutto tanta iniziativa.

Il CV di un italiano con laurea in economia e tre anni a fare lavoretti in altri campi non farà quasi mai una grande impressione. Una laurea in economia presa in Italia seguita da stage ed esperienze di lavoro in posti prestigiosi aprirà porte.

A Londra si trova la meritocrazia

Indubbiamente certe aziende tendono ad essere meritocratiche avendo un sistema di promozione interna. Altre non lo sono. E anche il sistema di promozione interna non sempre funziona alla perfezione.

In un paio di occasioni ho lavorato con manager che si sono portati l’intera famiglia a lavorare, e per giunta i familiari erano pigri e incompetenti e in un caso pagati anche esageratamente bene.

È vero che è possibile partire dal basso e fare carriera in certi settori grazie alle proprie capacità, ma non ovunque e a volte si incontrano episodi non chiari. 

Se non si è laureati a Londra non si fa carriera

Assolutamente non vero. Se non volete fare i medici o gli architetti non avete bisogno di una laurea per fare carriera. In molti settori la laurea serve per accorciare la gavetta e dare una marcia in più agli inizi della carriera.

Un non laureato può tranquillamente avanzare se ha le capacità. Ho visto tanti non laureati diventare direttori e molti laureati non riuscire a fare molta carriera. Capacità concrete e personalità contano molto e passati i 25 anni quello che conta sono le esperienze fatte, più che la laurea.

Faccio tante domande di lavoro e non mi rispondono perché non sono inglese.

Indubbiamente con la Brexit avere un passaporto britannico o un settled status è diventato essenziale, ma questa affermazione si sente da anni anche quando non si sapeva che fosse la Brexit.  Ci saranno stati datori di lavoro che vogliono solo britannici, ma generalmente non è mai stata la tendenza generale.

Quello che posso dire è che poi si scopre che il CV di queste persone che non ricevono mai risposte non è all’altezza. In linea di massima, se non si ricevono risposte bisogna guardare a cosa si sta sbagliando. Basta poi vedere quanti stranieri hanno lavoro anche in posizioni importanti, per capire che non può essere solo una questione di discriminazione.

Ciò non vuol dire che non esista discriminazione, esiste eccome, ma se uno non trova lavoro o non ne trova uno migliore non è sempre e solo una questione di discriminazione.  Molti datori di lavoro se vedono che hanno dei vantaggi ad assumere qualcuno, non fanno i difficili. 

Inizio anni ’90 a Londra si viveva bene

Questa affermazione salta fuori spesso e vi garantisco che avendo vissuto a Londra in quegli anni, non si viveva per niente bene. Infatti dal 1990 al 1993 il Regno Unito era in recessione e non si trovava lavoro molto facilmente. Ci vollero circa altri 2 anni per ritornare ad un mercato del lavoro dinamico.

In quel periodo non c’era nemmeno la minimum wage e si trovava lavoro a stipendi veramente da fame. Mi ricordo un negozio ad Oxford Street circa nel 1992 che offriva lavoro per £1 all’ora lordo che anche allora era proprio poco, considerando che pagavo £45 per una stanza in zona 2/3 e i trasporti non erano economici nemmeno allora. Chi afferma con certezza che si viveva bene allora è spesso qualcuno che all’inizio anni ’90, non era ancora nato o aveva i pannolini. 

A Londra si viene sempre truffati

Si, ci sono tante truffe in giro, ma molte sono prevedibili e facili da evitare. Non voglio dare la colpa alle vittime ma ho visto molti italiani truffati in maniera molto palese. Basta un minimo di informazione e iniziativa per evitare le truffe.

Se vi offrono un lavoro a Londra, guardate gli stipendi medi reali,  se vi offrono £4000 al mese nette con alloggio in centroe visto per fare il lavapiatti e poi vi chiedono soldi, chiaramente si tratta di una truffa.

Lo stesso quando vi offrono un appartamento a Mayfair per £500 al mese. Usate Google, chiedete nei tanti gruppi su Facebook prima di mandare i soldi a qualcuno. Ci sono tante guide online su come evitare truffe.

Se si lavora tanto si fa sempre carriera.

Lavorare tanto non basta. Bisogna anche dimostrare di avere altre doti. Uno che lavora tanto non è detto che diventerà un bravo manager, per esempio. Ho anche visto persone che lavorano tanto, non essere promosse anche perché fanno comodo dove sono.

L’espressione più corretta sarebbe ‘lavorare bene’ piuttosto che lavorare tanto. Ma anche questo varia da situazione a situazione, non esistono regole universali che valgono per tutti.

Agli italiani fanno solo lavorare nei ristoranti.

Anche qui in generale dipende da quello che si offre. I ristoranti sono i posti che assumono anche chi non ha esperienza o un inglese non ottimo. Se non avete molto da offrire al mercato del lavoro (e come ho detto prima una laurea soltanto spesso non basta) finirete a lavorare nei ristoranti o altri posti simili. Molti italiani in Gran Bretagna non hanno mai lavorato in un ristorante, ma sono arrivati con qualcosa in mano e quasi sicuramente un buon inglese.

Questi sono solo alcuni esempi, le cose che girano anche da anni sono tante. In genere non bisogna mai credere alle affermazioni assolute, ci sono tante situazioni diverse e tante sfumature. Quando qualcuno vi dice che a Londra si trova lavoro in 2 ore o che a Londra si trova solo lavoro nei ristoranti, prendete queste affermazioni con le dovute pinze.

 

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