Una domanda difficile da rispondere. Sappiamo che ai tempi dei romani Cambridge si chiamava Camboritum ma questo nome non fu più usato dopo la caduta dell’impero romano. A quei tempi la città si chiamava Grantacaestir. Come siamo arrivati al nome di Cambridge attuale?

Nella famosa storia ecclesiastica di Bede, scritta nel 700 circa, esiste un episodio che si riferisce all’ora città di Cambridge. L’episodio racconta come Sexburgh, la badessa di Ely, aveva bisogno di una bara più permanente per i resti di Etheldryth, che era stato il suo predecessore. Qundi mandò alcuni dei frati dal monastero a trovare materiale per costruire questa bara.

Ely non aveva pietra, e circondati da corsi d’acqua e paludi, i frati presero una barca  e dopo un po’ arrivarono ad una città abbandonato, che secondo il testo si  chiamava Grantacaestir nella lingua usata dagli abitanti della zona. La storia procede a raccontare la scoperta vicino alle mura di Grantacaestir di una bellissima bara di marmo bianco, splendidamente lavorata e coperta con un coperchio dello stesso tipo di pietra.  Chiaramente questa bara era stato fatto da romani e quindi sembra ovvio che questa città romana abbandonata non potete essere nient’altro che Camboritum.

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Dovete anche sapere che gli abitanti anglosassoni avevano una certa paura superstiziosa di andare a vivere in città romane e per questo motivo alcune finirono in rovina. Non tutte chiaramente visto che tante si trovavano in luoghi geografici troppo importanti e strategici da poterle abbandonare completamente.

Nel 900 fu costruito un ponte permanente, e la città cominciò ad essere conosciuta come Grantabrycg, o, come dice la Cronaca anglosassone, Grantebrycge.

Il Domesday Book l’ha chiamata Grentebrige, e questo era il nome di Cambridge quando  fu costruito un castello normanno vicino a quello che rimaneva  della fortezza sassone. Ciò che ha causato il passaggio da G a C è difficile da scoprire, ma quando il re Giovanni era a trono, il nome fu scritto Cantebrige, e la “m” apparve nella prima metà del 1400, e la lettera t scomparve nello stesso periodo.

Forse la caratteristica più strana di tutte queste vicissitudini nella nomenclatura è la somiglianza tra il romano Camboritum e l’odierno Cambridge, poiché i due nomi hanno, come è stato dimostrato, nessun legame.

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