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Errori nel CV da evitare quando fate domanda di lavoro

Non ci sono dubbi che ormai il modo migliore per cercare lavoro è farlo online, ma purtroppo è molto raro (direi meno del 10%) trovare un italiano in Italia o fresco dall’Italia, capace di fare domanda di lavoro online in modo professionale e inviare bene un CV per email. Con le nuove leggi d’immigrazione nel Regno Unito è fondamentale saper fare un curriculum vitae capace di vendervi. Che sia ben chiaro che se avete una specializzazione richiestissima, il CV ha poca importanza, potete permettervi anche di fare passi falsi. Se siete solo due candidati, vi faranno comunque il colloquio. Ma in altri casi, dovrete fare molta attenzione a come vi presentate ed ecco una serie di consigli pratici. 

Ho sentito italiani che dicevano che per trovare lavoro bisogna inviare anche 1000 curriculum vitae al giorno, invece ritengo che basti mandarne una manciata, se però fatti bene.

LA COSA FONDAMENTALE È PREPARARSI BENE PRIMA DI INVIARE CENTINAIA DI CV PER EMAIL. SE CERCATE LAVORO IN UN ALTRO PAESE DOVETE INFORMARSI SU COME SI CERCA LAVORO IN QUEL PAESE. ELEMENTARE CARO WATSON.

Differenze tra paese e paese

Per esempio in certi paesi si usa mettere la foto nel CV, in altri no. In certi paesi si usano certe frasi (come la legge della privacy in Italia) che in altri paesi non hanno senso. In certi paesi è normale allegare laurea e diplomi al CV, in UK non si usa e i recruiters lo trovano ridicolo.

Se volete competere con altre persone in uno dei mercati del lavoro più dinamici al mondo, dovete dare l’impressione di essere informati e aggiornati, capaci di competere in una economia globale, non dare l’impressione di essere caduti dal pero l’altro ieri. In fondo ora se non avete il settled status, i datori devono sponsorizzarvi per avere un visto, non lo faranno se non credono in voi. 

Questi sono gli errori fatti spesso (o quasi sempre) dagli italiani che non hanno mai cercato lavoro in UK:

Mettere i dati personali

Per evitare discriminazione non si mettono i dati personali come data di nascita, stato civile e altro sul CV nel Regno Unito. Usate lo spazio per scrivere qualcosa che vi può fare avere il lavoro. I dati personali non sono considerati informazioni utili durante il primo approccio. 

Non perdete tempo a parlare del percorso formativo

Ci sono italiani che elencano anche le scuole elementari. Bisogna invece concentrarsi sulle qualifiche più alte o più importanti per il lavoro a cui fate domanda. Inutile parlare della vostra laurea in biologia se fate domanda per lavorare nel customer service. Mettete una riga con il tipo di laurea, università e date. Date maggiore informazione solo se importante per questo lavoro. 

Non mettere il titolo all’email.

Un recruiter riceve centinaia di email al giorno, un modo per fare che apra la vostra email è avere un titolo descrittivo come ‘Application for job X”. Lasciare l’email senza titolo ( e tantissimi italiani lo fanno) significa che è possibile che il recruiter nemmeno apra la vostra email.

Inoltre, molti ritengono sia pigrizia e maleducazione non mettere il titolo all’email e qui partite con il piede sbagliato. Nessuno vuole assumere una persona pigra e maleducata.

Mandare un CV per email in formato Europass

Spesso anche con la foto in formato tessera. Non si usa in UK e il CV viene fatto molto diversamente. Prima di spedire 1000 CV al giorno assicuratevi che avete almeno un CV fatto bene per il mercato del lavoro britannico.

Invece ho visto italiani mandare il CV Europass per entrare in qualche graduate scheme nella finanza, dove per ogni posto di lavoro ci sono 2000 candidature. Non hanno nessuna probabilità di farcela a competere, soprattutto quando molti candidati ci mettono settimane e l’anima a fare un CV che si fa notare e molti CV sono quasi delle opere d’arte.

Allegare un CV in una email in bianco. Una altra cosa comunissima e che riflette generalmente pigrizia e comunque tipico di chi fa domanda di lavoro velocemente e a casaccio. Inoltre non vi fate un favore, dovete usare l’email per attirare l’attenzione, una email in bianco viene subito cestinata. Spiegate i motivi della vostra email, fate presente che avete degli allegati, fate un call to action e mettete una firma.

Come introdurre il proprio CV

Indirizzare l’email o la cover letter a un fantomatico Dear Sir o Dear Sirs. I recruiters possono essere donne, anzi molto spesso sono donne, chiamare tutte signori non vi rende molto simpatici. Se non avete un nome usate un generico Dear Sir/Madam per non offendere nessuno.

 Inviare un CV o cover letter pieni di errori grammaticali e di spelling. Possono anche darvi un lavoro se non avete un inglese perfetto, ma scrivere in inglese pieno di errori di ortografia  e grammatica vi farà probabilmente scartare dai software che filtrano i CV o da chi guarda agli errori per valutare se siete persone accurate.

Correzione CV: Problemi di cover letter

Non presentarvi in maniera professionale. I recruiters non guardano solo a quello che avete fatto nella vita, ma a come fate il CV e come vi presentate. Direi che 50% della valutazione viene proprio dalla presentazione. Se dite ‘I am a 35 year old boy’ avrete subito perso il rispetto di chi vi legge.

Usare un inglese americano principalmente per il punto 6. Lo stesso vale al contrario se fate domanda in US, usate un inglese americano. Generalmente i britannici sono più aperti nei confronti dell’inglese americano che gli americani nei confronti dell’inglese britannico. Gli americani spesso non ritengono che l’inglese britannico sia una forma diversa della stessa lingua, ma una forma sbagliata di inglese. In ogni caso anche per il punto 7, ovvero per presentarsi in modo professionale, è sempre meglio adattarsi alla lingua e cultura del paese dove volete lavorare.

Scrivere lunghe cover letter con frasi complesse che in inglese non dicono niente. Se fate domanda per un lavoro che richiede un ottimo inglese,  non funziona fare una lunga lettera tradotta letteralmente parola per parola dall’Italiano. Spesso un madrelingua inglese non capisce che volete dire e invece di dimostrare di essere fluent in inglese, dimostrate che non lo siete. Migliorate l’inglese prima di fare domanda a posti di lavoro che richiedono un ottimo inglese.

Dare troppa confidenza al recruiter. Se avete un nome indirizzate il tutto a Dear Mr Smith, non Hello Robert. Mantenetevi professionali nella cover letter, non state scrivendo ad un amico.

Non mettere un call to action. Il call to action è quando nella cover letter chiedete al recruiter di chiamarvi ad un dato numero o che siete disposti a fare un colloquio in qualsiasi momento. Dovete sempre prendere l’iniziativa.

Sottolineare le vostre limitazioni. Mettere nella cover letter cose come parlo poco inglese e cerco un lavoro per impararlo o  vado a scuola e posso lavorare solo nei pomeriggi e non al weekend ecc. Lo scopo della cover letter è di cercare di avere un colloquio e convincere il recruiter che siete validi abbastanza da investire un po’ del suo tempo. Se invece sottolineate che non lo siete, probabilmente non avrete il colloquio.

Inviare un CV per email di 6 o 7 pagine piene di informazione inutile per il lavoro a cui fate domanda. Il CV deve essere di 2 pagine per la maggioranza di lavoro (ci sono eccezioni per medici e in campo accademico) cercate di presentare l’informazione che serve a quel lavoro, inutile mettere due pagine di esami che avete dato per la vostra laurea in archeologia, se volete fare domanda a una offerta di lavoro in un callcentre.

Non mettete la legge sulla privacy italiana nè in italiano o in inglese in fondo al CV.

Non allegate letterine di referenze. Le referenze normalmente vengono chieste dopo che avete accettato il lavoro direttamente ai referenti, raramente i datori di lavoro accettano lettere di referenze già fatte, che sono facili da falsificare e comunque spesso avranno loro domande specifiche da fare.

Non allegate nemmeno la laurea o altri documenti, o le referenze di amici o parenti (non così raro come potete credere)  i recruiter ridono quando vedono queste cose. Rendersi ridicoli non è il modo migliore per avere il lavoro.

 

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