Quando si chiede a qualcuno che voleva uscire dalla UE di elencare i vantaggi della Brexit fino ad ora, in genere si ottiene una risposta vaga e astratta come ora siamo un popolo sovrano oppure non si ha nessuna risposta. Se poi si chiedono esempi di come uno è ora più sovrano di 3-4 anni fa, ancora non si hanno risposte. Insomma sono tutti bravi a sputare slogan, ma alla fine dei conti quali sono i vantaggi per il suddito medio?
La logica populista diceva che se ci sono 800.000 disoccupati e 500 mila posti di lavoro liberi, non occorre importare personale dall’estero, si possono usare i britannici. La logica della realtà invece dice che le cose vanno diversamente. Prima di tutto, non tutti sono qualificati per fare tutto, tra tutti i disoccupati quanti sono effettivamente medici, cuochi. infermieri, professionisti IT o autisti di TIR? Poi ci sono problemi di geografia, età e fitness. Non si può chiedere ad una madre di due bambini piccoli nel nord di Inghilterra di abbandonare i figli e andare a raccogliere i narcisi in Cornovaglia due mesi all’anno e nemmeno a uno di 65 anni con l’artrite. La maggioranza di disoccupati sono genitori single e persone sopra i 55 anni spesso con limitazioni fisiche. Non sono scienziati e medici.
Le persone che venivano dalla UE a lavorare in UK erano generalmente giovani, qualificati e disposti a spostarsi geograficamente. Non si può nemmeno chiamarli immigrati, la grande maggioranza veniva a lavorare per un periodo limitato, spesso per frequentare una scuola di inglese e intanto lavorava per mantenersi. Il problema che il Regno Unito non ha mai tenuto i dati di chi lasciava il paese, quindi i calcoli venivano fatti in base al numero di NIN rilasciati. Come sappiamo anche chi lavorava per 2-3 mesi doveva chiedere il NIN; ma ciò non ha mai detto che poi metteva famiglia nel Regno Unito.
Un nuovo studio del Centre for European Reform (CER) and UK in a Changing Europe ha trovato che l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea nel 2020 ha causato un aumento dell’immigrazione da paesi extra UE.
Tuttavia, questo aumento non è stato sufficiente a compensare la perdita di lavoratori provenienti dai paesi vicini.
Il sistema di immigrazione del sistema a punti post-Brexit ha intenzionalmente reso più difficile per coloro che non hanno qualifiche trasferirsi nel Regno Unito e trovare un lavoro. Secondo i risultati della ricerca, il sistema è stato implementato nel gennaio 2021 e nel giugno 2022 c’era una carenza di 460.000 lavoratori nell’UE.