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La Brexit è stata veramente un successo?

Durante un mio recente viaggio in Italia ho incontrato diverse persone che si congratulavano per il grande successo della Brexit e che vorrebbero che l’Italia facesse lo stesso.

Non ho la minima idea da dove prendano queste informazioni perchè obiettivamente la Brexit non è stata un grande successo. Potrebbe esserlo tra 10, 20 o 50 anni, ma nel 2022 non lo è ancora.

Si tratta di dati obiettivi e non di percezioni, a parte il fatto che è tornato il roaming, i britannici devono fare le file alle frontiere con gli extracomunitari e a volte si tratta di ore, mentre prima bastava mostrare il passaporto. 

Non possono più andare a vivere o lavorare nella UE se non hanno tanti soldi o specializzazioni molto richieste. Non possono partecipare all’Erasmus. 

Ma gli svantaggi non finiscono qui, molte aziende piccole e medie che esportavano nel mercato unico hanno dovuto smettere e in certi casi chiudere proprio bottega. Le aziende grosse non hanno problemi, avendo filiali nella UE, ma le aziende piccole soffrono notevolmente. 

I dati ufficiali non sono molto positivi, visto che l’economia britannica è quella che va peggio dei paesi G7 e le esportazioni e la sterlina sono crollate. Tanto che il governo si rifiuta di rendere pubbliche le previsioni economiche per il prossimo anno, cosa mai successa prima.

Questi sono dati obiettivi e nessuno può affermare che queste cose sono un vantaggio della Brexit. I tanti trattati di libero scambio che avevano promesso che sarebbero stati fatti in poco tempo, non si sono materializzati. I pochi fatti fino ad ora sono generalmente meno favorevoli di quelli che il Regno Unito aveva con 70 paesi per essere membro della Unione Europea. Il famoso trattato con gli Stati Uniti non è nemmeno all’orizzonte. 

Inoltre rimane il problema dell’Irlanda del Nord e la frontiera con la UE e il fatto che il governo intende abolire certe leggi europee per i lavoratori, la sicurezza sul lavoro, l’ambiente e gli animali. La mancanza di personale causa problemi a tanti settori dalla sanità alle badanti, dall’agricoltura all’ospitalità.

Anche coloro che erano per la Brexit ammettono che le cose non sono andate come previsto e sperano che Liz Truss metta tutto a posto. Spesso danno la colpa ai francesi, a chi ha votato per rimanere nella UE, alla UE stessa, all’Irlanda, alla Scozia, al COVID, a Putin e a tutti e tutto tranne che la Brexit stessa. 

Indubbiamente ci saranno coloro che credono che tasse basse, poche regole, pochi servizi pubblici e lo stato piccolo siano una cosa positiva, ma alla fine si tratta di una percentuale in minoranza. La maggioranza non vuole vedere la fogna nei fiumi, gente morire sul lavoro, perdere il diritto alle ferie e maternità,  servizi sanitari quasi inesistenti, se non a pagamento, e scuole pubbliche scadenti.

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