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Le nostre esperienze non valgono per tutti

Da anni raccogliamo esperienze e ne abbiamo accumulate parecchie. Tanto da poterci fare un’idea di come molti italiani percepiscono la loro vita a Londra e Regno Unito.

La cosa interessante è che solo una minoranza vede la propria esperienza come una cosa personale e non valida per tutti. Un  buon numero di italiani quando scrive non dice ‘mi trovo male a Londra’ ma piuttosto ‘gli italiani si trovano male a Londra’.

Cosa che fa arrabbiare altri italiani che invece si trovano benissimo. Però abbiamo deciso di pubblicare quasi tutte le testimonianze anche quando fastidiose, ma è anche giusto fare delle precisazioni.

Abbiamo italiani che fanno lavori tecnici o specializzati e che trovano lavoro dall’Italia e prendono anche oltre 80 mila sterline all’anno, altri invece non parlano inglese e fanno i lavapiatti o camerieri in nero e prendono poche sterline all’ora.

Mi sembra ovvio che avranno esperienze completamente diverse, a partire da come si trovano sul lavoro e vengono trattati, dove possono permettersi di vivere, gli svaghi che possono fare e le scelte che hanno e che non hanno.

Inoltre anche le persone che conoscono saranno diverse. Questo non è per snobbismo ma è la verità, quando non si fanno lavori ‘solo per immigrati’ si incontra un mondo completamente diverso. Non dico meglio o peggio ma semplicemente diverso ed è un mondo che invece solo si incrocia quando si vive e lavora con altri immigrati in zona 1 o 2.

Foto: © Copyright Steve Daniels and licensed for reuse under this Creative Commons Licence.

La discriminazione nei confronti di italiani

Un discorso che viene tirato fuori spesso è che gli italiani vengono discriminati, soprattutto quando laureati.  Per esempio una lettrice scrive

No, ho studiato tantissimo e parlo perfettamente 5 lingue quello che Londra mi offre è fare la commessa per 6 sterline e mezzo l’ora. Mi sembra un insulto nei confronti delle persone istruite che si sono date da fare per favorire invece i laureati da università inglesi che fanno veramente c*agare. È discriminazione bella e buona nei confronti di noi italiani

Da secoli chi sta a Londra ripete che è molto difficile per un laureato italiano senza o con poca esperienza lavorativa riuscire a trovare un ‘lavoro da laureato’ senza fare una lunga gavetta che spesso non porta neanche a fare il lavoro che si voleva fare. Alla fine molti laureati finiscono poi a fare carriera nella ristorazione o vendita al dettaglio.

Non è un mondo del lavoro che discrimina contro un italiano o un francese ma discrimina decisamente contro chi non ha esperienza, perchè esiste la possibilità di scegliere. Ci sono stati tanti articoli di giornale prima della Brexit su come non viene data la possibilità ai giovani infermieri britannici di fare tirocinio quando invece prendono infermieri con esperienza dall’Italia o Spagna.

Lo stesso vale per i giovani britannici laureati in informatica, le aziende preferiscono quasi sempre prendere qualcuno dall’estero con esperienza. I tanti italiani che vengono a lavorare in informatica o fare gli infermieri in questo caso non si lamentano di discriminazione.

Non venite se…

Spesso arrivano testimonianze che sconsigliano altri di venire.

Abbiamo quindi frasi come queste: “Se dovete venire a fare le/i commesse/i cameriere/i, manager nei ristoranti o baby sitter… state in Italia! E’ più dignitoso! ”

“No, gli italiani a Londra sono molto infelici, non vengono trattati bene e non hanno il lavoro che vorrebbero”

Sempre da secoli consigliamo di venire con i piedi per terra e informati, nessuno ora dovrebbe venire e stupirsi se gli stipendi in certi settori sono molto bassi. Sono cose che si devono sapere prima di partire, ma allo stesso tempo mai si dovrebbe dire a qualcuno che non si conosce di non venire.

Indubbiamente molti non farebbero mai i camerieri a Londra, in Italia o da nessuna altra parte, ma altri possono invece essere felicissimi di fare i camerieri a Londra (che tra l’altro se lavorano in ristoranti decenti possono vivere anche bene con le mance).

C’è invece chi dice di vivere benissimo guadagnando meno di £1000 al mese e di non farsi mancare niente, anche qui è comunque un punto di vista molto soggettivo, da prendere molto con le pinze. La minimum wage non è ritenuta abbastanza per vivere decorosamente a Londra. Ovviamente quando una persona dice che vuole venire e mantenere una famiglia di 4 persone facendo il lavapiatti, forse ha bisogno di una bella dose di realismo.

Chi ha voglia di lavorare…

Una terza scuola di pensiero si può raggruppare in ‘chi ha voglia di lavorare a Londra si trova sempre bene’ che di conseguenza diventa ‘chi si lamenta non ha voglia di lavorare.

Alcuni esempi quiSi, chi ha voglia di fare e ha un’ambizione a Londra si trova sempre bene” qui “A Londra si trova lavoro facilmente, pagano bene secondo i meriti e occorre solo avere entusiasmo e voglia di lavorare e si viene ripagati bene. Chi è stufo della situazione in Italia , a Londra troverà che cerca. Fate un biglietto di sola andata e non ve ne pentirete.” o qui “Chi si trova male non ha voglia di lavorare, a Londra si deve lavorare tanto ma molti italiani sono troppo pigri e si lamentano troppo. ” o qui “Con voglia di lavorare e capacità qua si fanno facilmente soldi e tanti.”

La realtà è che i fattori in gioco sono tanti e quasi sempre la voglia di lavorare non basta, bisogna anche avere altre doti. Certo anche i lavori umili danno possibilità di fare carriera, ma in molte situazioni sono in tanti che vogliono lo stesso lavoro e probabilmente hanno tutti voglia di lavorare e per fare carriera ci vogliono anche capacità.  Una persona può essere un bravissimo barista ma non è detto che abbia quello che serve per diventare il manager o contabile in quel ristorante.

Per giunta in molti settori anche fare carriera non significa poter sistemarsi a Londra, se per sistemarsi intendiamo avere una certa sicurezza economica e un appartamento proprio e non condividere con altri.

Anche qui è soggettivo, ci sono italiani di oltre 40 anni che condividono bagno e cucina con altre persone e si dichiarano contenti di farlo, altri non riescono a farlo neanche a 25 anni.

Molti lasciano Londra proprio perché considerano condividere una specie di incubo. Ovviamente trovare un compagno/a spesso risolve il problema, in due anche con due stipendi non alti si riesce ad affittare un appartamentino.

Morale della favola? Prendete le testimonianze sempre con le pinze, sono interessanti da leggere e potete farvi un quadro della situazione, ma non sempre si trova qualcuno abbastanza obiettivo da capire come possa essere la vita a Londra anche per altre persone con un background e aspettative diverse.

1 commento su “Le nostre esperienze non valgono per tutti”

  1. Mi son trovato malissimo a Londra dalle case che non ci metterei nemmeno i porci, allo sfruttamento vergognoso, alla finta meritocrazia. Non parliamo poi dei diritti dei lavoratori da terzo mondo e i servizi pubblici schifosi.

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