Vi ricordiamo che siamo nati come online community nel 1998 con un forum, prima ancora di Facebook e dei social media. Quando internet era ancora una cosa per relativamente pochi.
Abbiamo visto tanti cambiamenti da allora e anche noi siamo cambiati ma ancora oggi siamo aperti a tutti, tutti possono inviare il proprio articolo, esperienza ed opinione. Ci rendiamo conto che le esperienze sono diverse e chi vive a Carlisle o Inverness non ha la stessa esperienza di chi vive a Londra.
Ugualmente veniamo tutti da posti e situazioni diverse in Italia, quindi il professionista con un buon lavoro che si compra casa non ha la stessa esperienza del lavapiatti che non parla inglese e che condivide la stanza con altri. Uno che viene da Milano e si sposta a Londra vivrà la cosa diversamente da uno che arriva da un paesino di 500 anime in Sicilia.
Siamo abituati a leggere le esperienze di persone simili a noi
Con Facebook e il suo echo chamber tutti ora vedono quasi esclusivamente articoli e cose che confermano il proprio punto di vista e sono ignari della realtà che vivono altri. Tanto ignari che quando confrontati, come quando pubblichiamo articoli da lettori che vedono le cose diversamente, negano e spesso si arrabbiano e insultano.
Non vi diciamo gli insulti che riceviamo continuamente per pubblicare le opinioni di lettori contenti, scontenti, di camerieri, di persone che non hanno un italiano perfetto ecc. ecc.
Chi è contento non vuole sentire leggere le esperienze dei “falliti” che non ce l’hanno fatta. Gli scontenti non vogliono leggere le opinioni di quelli che ce l’hanno fatta perché ‘fanno propaganda’. I professionisti non vogliono leggere le esperienze di camerieri o persone che lavorano nella ristorazione perché ‘gettano fango all’Italia’. E così via.
Anche chi fallisce racconta una storia
Per non parlare di chi, non avendo da fare commenti costruttivi, deve criticare l’intelligenza, livello educativo o grammatica italiana di chi ha scritto. Solo perché ha un’esperienza diversa.
Invece tutto fa testo, anche chi fallisce racconta una storia, magari sottolinea solamente che se non si viene preparati e si arriva con le aspettative troppo alte, Londra non perdona.
Chi decide di andarsene può avere motivazioni che chi legge ancora non ha, ma che potrà avere in futuro. Invece di insultare ad hominem, a volte bisogna cercare di capire.
Quando arrivano certe testimonianze ci viene da sorridere perché sembrano piuttosto naif a chi vive in questo paese da 30 anni o di più. Certe affermazioni di aver trovato il paese perfetto dove tutto funziona perfettamente suonano incredibili a chi conosce il paese a fondo e non solo superficialmente e ha dovuto lavorare, affittare, comprare casa e usare servizi pubblici.
Ma anche queste rappresentano una realtà, quella dell’italiano che stufo dell’Italia crede di aver trovato una soluzione a tutti i suoi problemi. Ed è giustamente entusiasta della propria scelta.
Ho visto nei miei 30 anni in UK, tantissimi italiani che erano super entusiasti, contenti di aver trovato il loro paese dei sogni e guess what? Se ne sono andati tanto tempo fa. L’entusiasmo non sempre rimane.
Spesso viene sostituito da rabbia come quando finisce una storia d’amore. Non ci dobbiamo meravigliare quindi di testimonianze negative ed arrabbiate da italiani che sono qui da un po’ di tempo. Probabilmente erano parte del gruppo dei super entusiasti.
Le storie sono tante e tutte rappresentano qualcuno o qualcosa, leggiamole e impariamo anche da quelle con cui non siamo d’accordo. Abbiamo la sezione aperta a tutti dove probabilmente troverete storie ed esperienze molto diverse dalla vostra, ma noi riteniamo molto importante che ci sia e sia sempre aperta a tutti.
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