Londra, come sta andando il progetto della Gran Bretagna globale di Boris Johnson?

Quando Boris Johnson ha firmato il trattato di libero scambio con la Nuova Zelanda qualche settimana fa Boris Johnson l’aveva annunciato come un grande trattato, parte della Gran Bretagna globale. La realtà però è un po’ diversa, come afferma questo articolo su The Independent.

Le promesse erano quelle di grandi trattati con il resto del mondo, libertà e tanto benessere. La pandemia ha un po’ mascherato i problemi, ma realisticamente è praticamente impossibile replicare i benefici commerciali che il Regno Unito aveva con la UE. Considerando che tramite la UE, il Regno Unito aveva trattati di libero scambio con 70 paesi extracomunitari. Trattati che ora deve rifare, spesso a condizioni meno favorevoli. Anche se vuole definirsi globale, il Regno Unito non ha lo stesso peso di un blocco come la UE nelle trattative. Inoltre tutti sanno che è piuttosto con l’acqua alla gola e certi paesi ne approfittano, cercando di mettere condizioni a loro favorevoli.

Per mettere le cose in prospettiva il Regno Unito sta perdendo il 4% del PIL non essendo nel mercato unico, con i tanti lodati trattati, fino a ora il guadagno è al massimo lo 0,02% del PIL.

Le stime ufficiali dell’Office for Budget Responsibility indicano una perdita di oltre 1.250 sterline a persona nei prossimi anni, oltre 178 volte la previsione più ottimistica per i benefici degli accordi commerciali. Non un grande affare che però è stato venduto bene. Mantenendo l’ottimismo e parlando per iperbole, Boris Johnson è riuscito a convincere molti che trattati on paesi come il Kenya, la Nuova Zelanda e l’Australia possono, non solo rimpiazzare, ma migliorare la situazione del Regno Unito, rispetto a quando era membro della UE.

La retorica è ritornare ai giorni gloriosi dell’Impero quando il Regno Unito  commerciava con i paesi del Commonwealth ed era un potenza.

Ci sono molti problemi con questa visione del mondo e della storia. Prima di tutto, la Gran Bretagna ha sempre commerciato soprattutto con l’Europa, almeno dai tempi dei Romani. Si tratta di una questione di vicinanza geografica e culturale.

Il commercio col Commonwealth era praticamente il rapporto tra ‘Mother Country’ e le colonie, non era commercio alla pari. Si, il Regno Unito aveva fatto tanti soldi, ma aveva anche fatto soldi con la tratta degli schiavi, bisogna mettere questo ‘commercio’ nel contesto giusto. Gli unici anni quando il Regno Unito commerciava veramente di più con paesi extra europei che europei, sono stati quelli dal 1939 al 1945, ma potete indovinarne il motivo. Era anche quella una situazione anomala, appena ritornata la pace in Europa, tornò anche il commercio.

Non iniziamo nemmeno a parlare dei problemi dell’Irlanda del Nord che potrebbero causare una guerra commerciale con la UE e potenziali problemi con gli Stati Uniti. Non dimentichiamoci che la lobby irlandese ha un certo peso sulla politica americana.

Johnson deve anche affrontare ora lo scandalo di Owen Paterson, un deputato conservatore accusato di corruzione e di conflitto di interessi. Invece di chiedere le sue dimissioni, Johnson ha cercato di far cambiare la legge in Parlamento in modo che Paterson non fosse colpevole. La cosa non è finita bene, Paterson ha dovuto dare le dimissioni ugualmente e stanno uscendo rivelazioni scottanti da membri del partito conservatore sul governo Johnson.  Per esempio l’ex primo ministro John Major, pure conservatore ha condannato il governo attuale dicendo:

Questo governo ha fatto una serie di cose che mi hanno profondamente preoccupato: hanno infranto la legge, la proroga del Parlamento. Hanno violato i trattati, ho in mente il Protocollo dell’Irlanda del Nord. Hanno infranto la loro parola in molte occasioni.”

Non era mai successo che un ex primo ministro criticasse così apertamente il primo ministro in carica dello stesso partito.  Stiamo vivendo momenti strani e il futuro è molto incerto. Ci sono dubbi sulla durata del governo Johnson, che potrebbe essere distrutto, non dall’opposizione, ma dal suo stesso partito.

1 commento su “Londra, come sta andando il progetto della Gran Bretagna globale di Boris Johnson?”

  1. Ho amici che abitano in Inghilterra che mi raccontano che gli inglesi lo amano molto, ha ridato la dignità al popolo britannico secondo loro. Non ci trovo niente nell’uomo, ma sono italiano e probabilmente non capisco le sfumature culturali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scroll to Top