Oggi è stato pubblicato il rapporto della commissione parlamentare sulla questione se Boris Johnson abbia ingannato la Camera dei Comuni. Il comitato afferma che il disprezzo mostrato da Johnson è stato reso più grave perché era primo ministro.
Un primo ministro che ha deliberatamente fuorviato la Camera dei Comuni – secondo l’inchiesta della commissione parlamentare – è un evento senza precedenti nella storia del Regno Unito. L’indagine si è focalizzata sulla questione di se Johnson abbia mentito alla Camera dei Comuni, non tanto sul fatto se avesse organizzato feste durante il blocco o meno.
Dopo aver analizzato il rapporto, diventa chiaro il motivo delle dimissioni di Johnson da deputato avvenute venerdì sera, subito dopo aver letto un’anteprima delle conclusioni della commissione. La sua pena sarebbe stata una sospensione di 90 giorni dal Parlamento, che a sua volta avrebbe innescato un’elezione suppletiva nel suo seggio elettorale, la quale, probabilmente, non avrebbe avuto un esito favorevole per lui.
La commissione sostiene che, se Boris Johnson fosse ancora un deputato, avrebbe raccomandato una sospensione di 90 giorni. Inizialmente, era stato deciso di raccomandare una sospensione per più di 10 giorni di seduta, che sarebbe stata sufficiente per innescare il processo elettorale di revoca. Tuttavia, alla luce delle dichiarazioni di Johnson di venerdì sera, in cui ha attaccato il comitato e le sue bozze di conclusioni, la commissione ha deciso di aumentare l’ipotetica punizione, definendola “un gravissimo oltraggio”.
Attualmente Johnson è un ex deputato e, pertanto, non può essere applicata alcuna sospensione condizionale nei suoi confronti. Tuttavia, la commissione afferma che Johnson non dovrebbe godere del permesso normalmente concesso agli ex parlamentari di accedere al Parlamento.
Secondo il rapporto, Johnson “ha fuorviato la Camera su una questione della massima importanza per la Camera stessa e per il pubblico, e lo ha fatto ripetutamente”. Le principali accuse sono:
a) Ingannare deliberatamente il Parlamento.
b) Deliberatamente ingannare il comitato.
c) Violazione della fiducia.
d) Mettere in dubbio il comitato e quindi minare il processo democratico della Camera.
e) Essere complici della campagna di abusi e tentativi di intimidazione del comitato.
Durante il suo mandato come primo ministro, Johnson è stato accusato di aver modificato il codice ministeriale al fine di ridurre le potenziali sanzioni per i ministri che violano le regole.
In base alle nuove disposizioni, i ministri potrebbero semplicemente chiedere scusa o subire una temporanea sospensione dello stipendio anziché essere costretti a dimettersi per aver violato il codice di condotta. Johnson ha anche impedito al capo etico indipendente, Christopher Geidt, di ottenere il potere di avviare indagini autonome sul comportamento dei ministri.
Tra le altre modifiche apportate, Johnson ha riscritto la prefazione al codice ministeriale eliminando ogni riferimento a onestà, integrità, trasparenza e responsabilità. Ora è tutto chiaro visto che lui stesso non ha osservato il codice ministeriale.
Anche il consulente per gli standard di Johnson ha suggerito che il primo ministro potrebbe aver violato il codice ministeriale quando è stato multato dalla polizia per aver violato le regole del lockdown del coronavirus. Johnson è stato accusato più volte di aver infranto le regole, tra cui la mancata dichiarazione della fonte dei finanziamenti ricevuti e la partecipazione a feste d a Downing Street durante la pandemia. Tuttavia, ha subito poche o nessuna sanzione per tali violazioni.
La pubblicazione di questo rapporto sta suscitando un forte dibattito nell’opinione pubblica, sollevando questioni cruciali sulla condotta etica dei leader politici e sul loro rispetto delle istituzioni democratiche. È essenziale che i leader siano responsabili delle proprie azioni e che agiscano nell’interesse della nazione e dei cittadini che rappresentano.
Il rapporto della commissione parlamentare sull’inganno di Boris Johnson alla Camera dei Comuni rappresenta un evento senza precedenti nella storia politica del Regno Unito. Le conclusioni del rapporto indicano un comportamento inaccettabile da parte di un primo ministro, che ha compromesso la fiducia della Camera e del pubblico. Si tratta anche di un evento senza precedenti per Johnson, un uomo che sia da giornalista, da sindaco, da deputato e da primo ministro non ha mai amato seguire le regole, ma è sempre riuscito a cavarsela.