Molti agricoltori e pescatori britannici avevano votato per uscire dalla Unione Europea dopo essere stati convinti che avrebbero avuto solo enormi vantaggi. Ora invece tutti questi vantaggi non si sono ancora visti.
Al contrario, l’accordo commerciale post-Brexit di Boris Johnson con l’Australia costerà al settore agricolo e alimentare del Regno Unito centinaia di milioni di sterline, secondo la valutazione d’impatto fatta dal governo stesso.
Un documento del Dipartimento per il commercio internazionale (DIT) ha rivelato che l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca britanniche subiranno un colpo di 94 milioni di sterline dall’accordo di libero scambio. E questi non sono dati che vengono dall’opposizione, dalla UE, dagli Illuminati o chi altro, ma dal governo stesso.
Il trattato con la Nuova Zelanda ha problemi simili, aprendo la competizione all’agnello economico dall’altra parte del mondo, significa che diventerà più difficile per gli agricoltori britannici vendere la propria carne. Che forse non è completamente negativo visto che il Regno Unito è a corto di macellai e dall’estero non possono ottenere i visti per lavorare. Esiste poi il discorso del chilometro zero, importare prodotti agricoli dall’Oceania non è proprio una mossa giudiziosa per l’ambiente.
La valutazione d’impatto sull’accordo si riferisce all’Australia come a un “grande produttore molto competitivo di prodotti agricoli”, indicando il “potenziale che l’accordo si traduca in una produzione inferiore per alcuni settori agricoli nel Regno Unito”.
Secondo il rapporto i settori dell’agricoltura e dei semilavorati britannici vedranno un’ulteriore a lungo termine come risultato dell’accordo di libero scambio.
Quanto ciò sia positivo per il consumatore è tutto da vedere visto che ci sono da considerare le spese di trasporto. Non è facile da capire però come una strategia sovranista come la Brexit con tanto di bandierine, retorica quasi autartica e ‘Compra britannico’ sia invece così dannosa ai produttori britannici.
In compenso però ci dovrebbe essere un aumento di vendite di macchinari agricoli che dovrebbero portare benefici al nord d’Inghilterra. Il governo ci tiene a ricordare che questi trattati non sono per portare vantaggi a Londra ma piuttosto ad altre regioni.
Il governo si mantiene disposto a concedere perdite in settori poco produttivi come l’agricoltura e la pesca, per poter lanciare il suo progetto della Gran Bretagna globale, che vuole far diventare il Regno Unito una potenza economica e politica, ancora una volta.