Londra, il governo britannico vuole meno studenti di materie artistiche e umanistiche

Il governo britannico aveva già mostrato in diverse occasioni (tagliando i fondi alle facoltà artistiche e umanistiche per esempio) di non amare molto le arti in generale. Anche durante la pandemia era stato molto lento a salvare questo settore, inclusi mostri sacri come la Royal Albert Hall e la Royal Opera House.

Ora vorrebbe che gli studenti si concentrassero a fare corsi di lauree che portano a lavoro pagato bene e non a fare corsi di letteratura, arte, musica, moda etc che secondo loro non arricchiscono abbastanza. In un certo senso è vero che un laureato in una materia artistica o umanistica a 30 anni in media guadagna meno di un non laureato.  Però  è molto riduttivo pensare solo al valore economico di uno studio, non tutti vogliono diventare ricchi, ci sono persone che hanno passioni.

Questa nuova idea potrebbe saltare fuori nella Finanziaria autunnale dei prossimi giorni. Un’ipotesi sarebbe limitare l’accesso a corsi artistici solo ad un numero ristretto di studenti, possibilmente coloro con i voti più alti. Un’altra proposta è quella di non dare prestiti agli studenti di corsi umanistici e artistici o darli solo ad un numero ridotto di studenti.

Ovviamente molti si oppongono, prima di tutto da coloro che credono che una nazione felice e salubre punta molto anche sulle arti per migliorare la qualità di vita. In secondo luogo, l’industria creativa è un export enorme per il Regno Unito e ora dopo la Brexit dovrebbe essere incoraggiato e non praticamente distrutto.

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