Altre brutte notizie. Secondo nuovi dati, il Regno Unito è uno dei paesi più impoveriti della natura al mondo e potrebbe non avere abbastanza biodiversità per prevenire un tracollo ecologico. In parte questo è stato causato dagli effetti ancora della rivoluzione industriale, che però non sono mai stati completamente cancellati.
Il Regno Unito ha una media di solo il 53% della sua biodiversità rimasta, ben al di sotto della media globale del 75%, secondo l’analisi del Museo di Storia Naturale pubblicata in questi giorni. L’Italia, come la Francia, ha il 65% di biodiversità rimasta. Il Regno Unito è l’ultimo tra i paesi del G7 in termini di biodiversità, ed è il terzo dal fondo tra i paesi europei, solo l’Irlanda e Malta fanno peggio in Europa.
Per stare tranquilli si dovrebbe avere una media del 90%, che gli esperti considerano il “limite di sicurezza” per evitare che si finisca in una situazione in cui gli ecosistemi non hanno abbastanza biodiversità per funzionare bene.
Il BII è un indice internazionale che può essere utilizzato per confrontare i paesi su come la natura è andata incontro alle pressioni dell’umanità in termini di cambiamenti nell’uso del suolo. L’indice è progettato per essere utilizzato insieme a misure che tengono traccia delle tendenze della fauna selvatica. La BII fornisce anche una panoramica degli effetti a lungo termine delle pressioni storiche su specie e habitat, riflettendo perdite e guadagni avvenuti prima di iniziare a misurare le tendenze sistemiche.