giornata della lingua inglese

Londra, un numero di italiani anziani a rischio di espulsione

Si era a conoscenza della situazione, sapevamo che gli italiani anziani venuti dopo la guerra erano particolarmente a rischio di non fare il settled status in tempo. I motivi possono essere tanti a cominciare dal fatto che il settled status richiede una certa familiarità con la tecnologia e non tutti gli anziani hanno uno smartphone. Inoltre, gli anziani che sono qui da 50 o 60 anni, non pensano di dover chiedere il settled status e i loro figli (se ne hanno) sono quasi certamente britannici e non pensano che i genitori devono farli.

Recentemente ho convinto una persona giovane, sposata con britannico e figli britannici a fare il settled status, pensava di non dover far niente essendo sposata con un britannico. Purtroppo, sposare un cittadino britannico non permette automaticamente di rimanere, non esiste il concetto della riconciliazione familiare come in Italia. 

Con gli anziani bisogna anche aggiungere altri problemi come cattive condizioni di salute, non avere il passaporto italiano valido e non essere in grado di rifarlo, demenza e altri problemi cognitivi. In poche parole non ci sono sorprese a leggere questo articolo di The Guardian.

Il rapporto di Citizens’ Rights ha rilevato una particolare preoccupazione per i cittadini italiani emigrati in Gran Bretagna dopo la seconda guerra mondiale. Il rapporto ha fatto eco alle richieste fatte ripetutamente dagli attivisti per l’eliminazione dell’approccio esclusivamente digitale del programma e per l’opzione di un documento fisico per dimostrare lo status e i diritti in Gran Bretagna da concedere. “Senza documenti fisici, i cittadini dell’UE che vivono qui potrebbero avere difficoltà a garantire gli affitti, ad esempio.“”


 

Tecnicamente queste persone non possono più usare il sistema sanitario, avere un conto in banca e affittare case. Il rischio è che si ripeta la situazione della Windrush Generation, anche in quel caso riguardava anziani che avevano vissuto e lavorato nel Regno Unito tutta la vita. Erano venuti da bambini come cittadini britannici,  ma il paese di provenienza  aveva nel frattempo dichiarato l’indipendenza dal Regno Unito e quindi, a loro insaputa, avevano perso la cittadinanza britannica. 

Speriamo che il governo e Priti Patel si ricordino la lezione di Windrush e non comincino a cacciar via italiani di 90 anni, come hanno fatto con molti dei Caraibi. 

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