Ci sono ora oltre 1 milione di posti di lavoro vuoti nel Regno Unito. I settori più in crisi sono quelli che richiedono delle competenze che non sono abbastanza per chiedere un visto. Per esempio, le macellerie, gli autisti di automezzi pesanti, i cuochi, i camerieri dei ristoranti di lusso, gli OSS e tanto altro.
Allo stesso tempo mancano anche persone per molto lavoro che potrebbe avere un visto, ma non tutti i datori possono assorbire i costi della sponsorizzazione e mancano comunque i candidati dall’Europa. Molti europei non vogliono lavorare nel Regno Unito. Alessandra Marini che è freelance headhunter dice: “Posso offrire anche stipendi molto alti per lavoro molto specializzato, ma quando sentono che è nel Regno Unito, si rifiutano subito. Queste persone potrebbero lavorare ovunque e preferiscono non avere le beghe della Brexit.”
Le aziende londinesi fanno dunque fatica a trovare personale e registrano un forte calo di candidati. Per offerte di lavoro che qualche anno fa ricevevano decine di candidature, ora a volte ne vedono due o tre.
Il Report on Jobs, pubblicato venerdì dalla società Big Four KPMG e dalla Recruitment and Employment Federation (REC), ha rilevato che una combinazione di maggiori opportunità di lavoro offerte con un forte calo del numero di candidati ha portato a una “rapida” inflazione degli stipendi.
Tutti i settori stanno chiedendo al governo di creare dei visti temporanei per i cittadini europei, con la ristorazione che chiede visti non rinnovabili di 2 o 3 anni per i giovani europei. Il governo insiste che devono formare e assumere le persona del posto e non affidarsi all’immigrazione a basso costo.
Gli stipendi molto alti sembrano una bella cosa a prima vista, ma in realtà significano prezzi più alti e problemi per l’esportazione e quella verso la UE è già danneggiata dalla Brexit. Inoltre, le aziende piccole non sempre riescono a pagare le somme richieste da molti candidati.