Anche se non ufficialissimo ancora, è quasi certo che i pub, ristoranti, musei e cinema a Londra e in Inghilterra potranno riaprire dal 4 luglio. Boris Johnson ha anche annunciato stamattina che le distanze di sicurezza tra un cliente e un altro scendono da 2 metri ad un metro. Questo dovrebbe rendere le cose più facili per i locali.
Ma sembrano che ci saranno dei grossi cambiamenti, prima di tutto sarà necessario registrarsi o prenotare (dipende dal locale). Sia per evitare affollamenti ma anche per avere una lista di persone che sono state in quel locale. Nel caso una delle persone presente avesse poi il coronavirus, risulterebbe facile contattare tutte le altre persone presenti in quel momento per ordinare che vadano in quarantena.
Cibo e bevande dovrebbero essere ordinati tramite una app e non al banco. Inoltre non si può sedersi uno di fronte all’altro ma tutti di fianco. Difficile avere una conversazione con qualcuno se non ci si guarda in faccia. Ma a quanto pare anche più difficile passare il virus.
Queste sono le cose anticipate da Matt Hancock segretario della sanità britannico. Se il governo britannico riuscirà in una decina di giorni di farle adottare a tutti i ristoranti e pub dell’Inghilterra, ancora non lo sappiamo.
Londra riapre, ma sarà la Londra di prima?
Per i musei e altre attrazioni sarà quasi sicuramente necessario fare una prenotazione online prima di andare in modo che potranno controllare e limitare il numero di persone. Avremo maggiore informazione nei prossimi giorni.
Cresce anche la lista dei locali che non riapriranno mai più, Time Out sta facendo una lista che include locali famosi come Caprice, The Ledbury e altri. Per quanto riguarda i club e i locali di musica dal vivo, sappiamo di molti che sono in enormi difficoltà, ma nessuno ha ancora annunciato ufficialmente che non riaprirà. Ma non ci illudiamo che non ci saranno vittime, anche celebri.
Per le altre attrazioni molte si dichiarano a rischio e alcune potrebbero dover chiudere. Soprattutto musei piccoli hanno l’acqua alla gola. Si pensi che anche la National Gallery e la Torre di Londra stanno raccogliendo soldi per sopravvivere. Difficilmente dovranno chiudere, ma sicuramente dovranno licenziare personale. Lo Zoo di Londra si è affidato a Sir David Attenborough per raccogliere i 12 milioni di sterline necessari per andare avanti. Per i musei piccoli e meno famosi, le prospettive sono anche meno rosee.
Galles, Scozia e Irlanda del Nord prendono decisioni separate per quanto riguarda il lockdown e i loro locali apriranno dopo.