La parola “Wales” deriva dalla radice anglosassone “walh”, che inizialmente significava “estranei” o “quel gruppo di teneri laggiù”. Questo termine veniva utilizzato per indicare le popolazioni celtiche che abitavano le regioni britanniche non ancora occupate dagli anglosassoni. Nel corso del tempo, il termine “walh” è evoluto, assumendo il significato di “straniero” o “stranieri”.
I Brythoniaid e l’evoluzione del termine “Welsh”
Inizialmente, gli abitanti della regione conosciuta come Galles si chiamavano “Brythoniaid”, termine che abbracciava tutti coloro che parlavano la lingua celtica, che in seguito si sviluppò nelle lingue gallese e cornico. Tuttavia, intorno al 600 d.C., i gallesi iniziarono a identificarsi come “Cymry”, termine che significa “compagni” o semplicemente “noi”. Questa scelta di autodenominazione rifletteva l’orgoglio e il senso di comunità dei gallesi, evidenziando il loro legame culturale e linguistico.
L’uso dei termini “Wales” e “Welsh”
Dopo l’introduzione del termine “Cymry”, sia “Cymry” che “Wales” vennero utilizzati in parallelo per riferirsi al popolo e al paese. Tuttavia, intorno al 1150, il termine “Cymry” aveva preso il sopravvento come forma di riferimento più comune. Ancora oggi, il termine “Cymry” è ampiamente utilizzato dai gallesi per definirsi, indicando il senso di appartenenza e l’identità nazionale.
D’altra parte, il termine “Wales” è stato mantenuto nella lingua inglese per riferirsi alla nazione gallese. Questo uso del termine è ancora presente e ben radicato, soprattutto all’esterno del Galles. Tuttavia, è importante notare che, mentre “Wales” è il termine più conosciuto a livello internazionale, la preferenza tra i gallesi rimane il termine “Cymru”.
Il significato odierno di “Cymru” e “Cymry”
Oggi, il termine “Cymru” è universalmente accettato come forma di riferimento per il Galles nella lingua gallese. Esso incarna il senso di identità, orgoglio e solidarietà tra i gallesi, rappresentando la ricca storia e cultura di questa affascinante nazione. Il termine “Cymry” è utilizzato per riferirsi ai suoi abitanti, riflettendo l’unità e la diversità di un popolo che si riconosce nella sua lingua e nel suo patrimonio.
