Molti ci chiedono se possono lavorare a Londra senza sapere l’inglese. Generalmente si pensa che vogliano lavorare nella cucina di qualche ristorante, ma in effetti molti hanno altre ambizioni. A parte che era duro anche prima, ma ora dopo la Brexit non è possibile farlo legalmente. Bisogna chiedere un visto per lavorare legalmente e per averlo bisogna avere determinati requisiti. Come sapere l’inglese almeno a livello B1.
Ecco alcune delle strane richieste che abbiamo avuto da persone che non parlavano proprio inglese.
Lavorare da Harrods senza sapere l’inglese
Più di una persona ci ha chiesto come poteva lavorare da Harrods senza sapere l’inglese. Una di queste era umile abbastanza da essere disposta a cominciare lavando i pavimenti. In ogni caso anche sapendo l’inglese non si può avere un visto per fare un lavoro di questo tipo.
Ci sono due considerazioni da fare; molti di questi luoghi prestigiosi hanno una selezione del personale centralizzata che include compilare moduli, passare test e colloqui. Inoltre un posto come Harrods tende a pagare meglio di altri negozi e vuole assumere il personale migliore. Sapere l’inglese è generalmente dato per scontato.
Fare uno stage pagato per un giornale senza sapere l’inglese
In genere, per lavorare nel giornalismo bisogna sapere la lingua del posto. Inoltre le internship o stage per giornali sono molto ambite e spesso non sono nemmeno pagate e hanno comunque abbastanza persone che fanno a gara per farle. Trovare uno stage pagato per un giornale senza sapere la lingua è veramente cercare un ago in un pagliaio. Pensare di poter avere un visto poi è quasi fantascienza.
Fare uno stage pagato per una banca nella City senza parlare inglese
Qui si trovano stage pagati e spesso anche bene, ma sono anche super competitivi e non ho mai visto nessuno che non parlava inglese, assunto da una banca nella City.
Lavorare alla National Gallery/British Museum senza parlare inglese
Vale anche in questo caso quello detto sopra. Non credo che tutti si rendano effettivamente conto che questi sono posti di lavoro per i quali esiste un’enorme competizione. Tanti vorrebbero lavorare alla National Gallery o al British Museum e pochi ci riescono. Ora con la pandemia è piú facile venire licenziati che assunti.
Anche per lavorare in negozio, fare pulizie o nei ristoranti dei musei, lavoro spesso in appalto e quindi non per i musei, generalmente richiedono un po’ di inglese. In ogni caso essendo aziende diverse, un posto a lavare i pavimenti alla National Gallery non vi garantisce una promozione a curatore di mostre. Dovrete comunque fare domanda come tutti gli altri con l’esperienza recente sul CV completamente diversa da quella richiesta. Che è sempre un grosso svantaggio. Ora che il visto è necessario non potete venire a lavorare i pavimenti e fare carriera. Dovete arrivare che avete già esperienza in una professione che ha carenza di personale nel Regno Unito.
Qualcuno dirà che stiamo scoraggiando e che se qualcuno vuole venire a fare il curatore di mostre alla National Gallery o il giornalista di The Times senza sapere una parola di inglese, dovrebbe essere incoraggiato e che comunque l’inglese si impara in un paio di mesi. Si trascura comunque il piccolo dettaglio del visto, venire come clandestino rende impossibile trovare lavoro in posti prestigiosi, al massimo farete i lavapiatti o raccoglierete le fragole. Senza diritti.
Noi che siamo a Londra sappiamo che la realtà non è proprio così, mentre ci sono italiani che sono venuti preparati e convinti e hanno trovato quello che cercavano subito, non mancano esempi di italiani che partiti senza preparazione non sono mai riusciti a trovare quello che cercavano, anche dopo anni di tentativi. Ora anche provarci non è più possibile.
Avere 30 anni con nessuna esperienza di rilievo nel settore raramente vi aprirà molte porte in certi settori dove prendono i migliori appena usciti dalle università. Se non siete competitivi non troverete datori di lavoro disposti a sborsare soldi per un visto e passare tempo a compilare moduli.