Ancora non si hanno notizie certe e tutto potrebbe ancora cambiare con un’ulteriore estensione.
Ma in questo momento se ci fosse un’uscita dall’Unione Europea senza accordo e quindi dal 13 aprile o dal 23 maggio, non si potrà più venire a lavorare o studiare a Londra e in Gran Bretagna senza permesso.
Cerchiamo di chiarire la situazione ancora una volta perché molti siti italiani danno informazione sbagliata. Chi vive in UK e vuole rimanere deve fare domanda al settled status. Questo sistema non è ancora legge, facendo parte del famoso trattato bocciato dal Parlamento ma si spera che verrà regolarizzato in un futuro prossimo. A parole il governo ha rassicurato che lo farà, ma non ha ancora specificato quali diritti rimarranno e quali verranno persi.
Essere iscritti all’AIRE o iscriversi ora all’AIRE non serve assolutamente a nulla in questo contesto. L’iscrizione all’AIRE non è una delle cose che l’Home Office britannico controlla per verificare che avete vissuto qui 5 anni. Eppure alcuni siti italiani dicono che basta.
In ogni caso è sempre raccomandabile iscriversi, prima di tutto si tratta della legge italiana, se vivete all’estero dovete essere iscritti ma inoltre potrebbe darvi maggiore protezione in futuro in caso abbiate problemi con l’immigrazione britannica e gli istituzioni italiane devono intervenire.
Conta invece avere pagato contributi ed essere iscritti all’electoral register britannico, quelle sono le due prime cose che controllano. Se soddisfate questo primo check, la vostra domanda sarà approvata velocemente e senza bisogno di altri documenti.
Se invece non passate questa prima prova vi chiederanno altri documenti che possono essere P60, iscrizione all’università, contratti di affitto, lettere dal NHS, ufficio tasse o dalla DWP, estratti conto bancari e bollette utenze intestate a vostro nome. In teoria vogliono 2 documenti per ogni anno che volete dimostrare di aver vissuto in UK.
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Da notare che venire illegalmente senza questo permesso significa essere clandestini e il Regno Unito è piuttosto severo in questo campo. Si rischia infatti la deportazione ma anche la detenzione indefinita, l’unico paese europeo che l’ammette.
Speriamo che inizialmente non saranno troppo severi con gli europei che cercano lavoro, molti infatti non sono nemmeno alla conoscenza della Brexit e sarebbero sorpresi se accusati di aver commesso un reato.
Dal 1 gennaio 2021 entreranno in vigore le nuove leggi che prevedono che solo chi ha un lavoro che paga almeno £30 mila all’anno potrà avere un permesso di lavoro. Ci sono anche altri criteri piuttosto rigidi che significa che circa il 90% dei cittadini comunitari che vengono ora non sarebbero in grado di avere questo permesso.
Le nuove leggi parlano anche di un permesso di 12 mesi non rinnovabile per fare lavoro non qualificato, ma solo per un numero limitato di paesi in tutto il mondo e non sappiamo se l’Italia sarà tra questi. Ora solo 6 paesi al mondo hanno questo onore. In ogni caso il numero di permessi annuali sarà chiuso e giusto per soddisfare i bisogni dell’economia, l’agricoltura in particolare e bisognerà fare richiesta prima di partire.
Chi invece viene per meno di tre mesi potrà, almeno per ora, venire ancora con il passaporto o la carta d’identità ma chiaramente non potrà lavorare anche se in possesso di national insurance number.
Se invece dovesse esserci un accordo o deal al momento dell’uscita del Regno Unito dalla Unione Europea, allora potrete ancora venire a lavorare senza permessi fino al 31 dicembre 2020. Questo sarebbe il famoso periodo di transizione.
Dal 1 gennaio 2021 (salvo ulteriori colpi di scena) entreranno in vigore le severe nuove leggi dell’immigrazione che realisticamente impediranno alla maggioranza di italiani di venire a lavorare a Londra e Gran Bretagna.