Sono qui in Inghilterra da vent’anni, non che mi piace così tanto, ma non riesco ad andarmene. Ho fatto di tutto, dal commesso nei negozi, all’autista di autobus, al lavoro d’ufficio e ultimamente autista di taxi (minicab). Quest’ultima professione purtroppo è in mano agli indiani, pakistani e afghani ed è molto difficile lavorare a parità con loro, semplicemente perché non c’è controllo e questa gente da lavoro ai propri connazionali.
Mi avevano detto che si lavorava bene come tassista, ma una volta fatto il salto con la licenza, la spesa dell’auto e dell’assicurazione, mi sono ritrovato davanti a un muro insormontabile.
La mia prima settimana da tassista, lavorai ben 96 ore e portai a casa poco più di £200 e prima di pagarci le tasse! Questo non è un mestiere, ma è letteralmente una galera, perché è difficilissimo distaccarsene quando si hanno le spese mensili dell’auto e dell’assicurazione, più le ricorrenti spese della licenza, sia dell’auto che personale e le alte commissioni delle agenzie.
Magari potessi dire di lavorare per la paga minima, ma purtroppo molto spesso mi ritrovo a guadagnare 2,3, o al massimo 5 sterline l’ora.
Tanto per tagliarla corta, ho perso la casa e con gli altissimi prezzi non ho la minima possibilità di affittare nulla, tantomeno di pagare una caparra. Fortunatamente avevo un furgone, che ho lentamente adattato a camper. Ora vivo come un topo, sempre a nascondermi e a camuffarmi, perché non solo qui in Inghilterra è proibito vivere in un camper, ma gli inglesi hanno tutti un profondo e nascosto odio per un qualunque tipo di veicolo che assomigli a un furgone.
Non li vogliono parcheggiati non solo fuori casa loro, ma neanche in tutta la loro strada. Il mio furgone è stato graffiato da tutte le parti… è un continuo, quando trovo un nuovo graffio, significa che devo spostarmi.
Si fa presto poi a dire che questo è un paese che ha un grande sistema sociale, perché non è vero. Non ti aiuta nessuno. Il giorno che persi la casa, chiamai il comune e dopo aver tentato di farmi aiutare in tutti modi, mi dissero: “buona fortuna“… e così termino la telefonata.
Posso dare un solo consiglio a chiunque pensi di venire a lavorare a Londra: non ci venite! State meglio in Italia, almeno lì c’è il sole e si mangia bene. Poveri per poveri, statevene al sole.
Purtroppo non va a tutti bene, anzi devo dire che nella mia esperienza, ho conosciuto parecchie persone alle quali non è andata bene affatto.
Qui la vita è dura e a questo si aggiunge il fatto che gli inglesi sono dei gran razzisti e come per il fatto dell’Europa e del Brexit, vogliono sempre averla a modo loro… le regole? Non le rispetta nessuno! Le leggi qui ci sono, ce ne sono anche troppe, ma è comunissimo vederle raggirate in tutti i modi, o alla meglio interpretate a modo loro, non fa neanche notizia.
I diritti dei lavoratori praticamente non esistono. Quando vogliono mandarti via, trovano una scusa qualunque e ti mandano via dalla mattina alla sera, anche se per legge non si potrebbe fare.
Noi italiani purtroppo non apprezziamo l’Italia, fino a quando veniamo a vivere all’estero e vediamo come stanno male gli altri.
Michele
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