windrush

Windrush Generation, che cosa era e perché riguarda anche noi

Negli ultimi anni si è parlato molto di Windrush Generation, ma non tutti saranno al corrente di cosa si tratta. Oggi 22 giugno è il Windrush Day, un giorno per commemorare questo gruppo di persone. 

Il 21 giugno 1948 arrivò ai Tilbury Docks in quello che era ancora allora il porto di Londra una nave chiamata HMT Empire Windrush con a bordo 1027 persone, provenienti quasi tutti dalla Giamaica.

Fu l’inizio di un’immigrazione dai Caraibi al Regno Unito che continuò fino al 1971 quando le leggi sull’immigrazione cambiarono drasticamente.

A bordo non erano tutti giamaicani, c’erano anche persone delle Bermuda, Trinidad e circa 60 polacchi, quasi tutte donne e ragazzini, che si erano trovati in Messico durante la Seconda Guerra Mondiale e volevano ritornare in Europa.

Ma la Windrush fu simbolica dell’inizio dell’immigrazione dai Caraibi e bisogna sottolineare dieci volte si trattava di un’immigrazione voluta e incoraggiata. Serviva effettivamente la manodopera per ricostruire il paese dopo la Seconda Guerra Mondiale e il governo britannico attivamente cercava di incoraggiare giovani dei Caraibi a mollare tutto e partire per aiutare la “Mother Country”.

Bisogna anche ricordare che allora questi paesi Caraibi erano colonie britanniche, almeno sulla carta era una specie di immigrazione interna. Gli immigranti erano cittadini britannici e pensavano di venire ad aiutare e di trovare un paese che era contento di riceverli. In effetti trovarono nella maggioranza dei casi discriminazione e razzismo, un clima ostile, non sono dal punto di vista del meteo.

Se avete letto il romanzo “Small Island” della recentemente scomparsa Andrea Levy saprete esattamente di cosa stiamo parlando. Nelle colonie caraibiche le scuole insegnavano ad essere sudditi orgogliosi e quindi molti partirono con l’idea di aiutare l’isola centrale del Commonwealth e non semplicemente per arricchirsi.

Infatti molti lavorano nel nuovo National Health Service che non avrebbe retto senza le infermiere dei Caraibi, altri lavorano nei trasporti pubblici e in praticamente tutti i settori essenziali.

Come mai ultimamente si è parlato molto della Windrush Generation?

Uno dei motivi è stato senza dubbio il fatto che il 2018 segnava il settantesimo anniversario dell’arrivo della Windrush.

Un altro motivo è molto più complesso. Quando cominciarono ad arrivare gli immigrati dai Caraibi erano a tutti gli effetti cittadini britannici.

Negli anni seguenti piano piano i paesi dei Caraibi dichiararono l’indipendenza dall’Impero britannico e improvvisamente non erano più cittadini britannici. Ma coloro che erano venuti qui prima dell’indipendenza del loro paese, spesso invitati a venire, pensavano di essere rimasti britannici.

In realtà molti che erano venuti da bambini, non sono mai diventati cittadini britannici. No, non è che si sono dimenticati di fare la richiesta, la questione non si era mai posta.

Inoltre diversi ministeri degli esteri hanno cambiato le leggi sull’immigrazione, spesso all’insaputa delle persone a cui interessava direttamente e senza lo scrutinio del Parlamento.

In effetti in un paese senza carta d’identità chi non ha mai chiesto il passaporto per andare all’estero era ignaro di essere potenzialmente clandestino. Arriva però Theresa May con il suo atteggiamento contro gli immigrati e crea quello che chiama “hostile environment”. In poche parole vuole che tutti da scuole a datori di lavoro, da ospedali a padroni di casa facciano controlli immigrazione. Con pene severe per chi offre lavoro o casa da affittare a “immigrati clandestini”.

Non ci volle molto per far cadere nella rete molti della Windrush Generation, quelli venuti da bambini, in particolare, visto che di adulti ne sono rimasti pochi.

Molti persero lavoro, pensione, casa, si sentirono negare cure mediche, spesso essenziali, alcuni si trovarono nei centri di detenzioni, altri furono deportati.

Lo scandalo della Windrush Generation

Alla fine venne fuori lo scandalo un paio di anni fa. Era ingiustificabile che persone che avevano 60 o 70 anni, sempre vissuto in UK fin da bambini, lavorato e pagato contributi tutta la vita si trovano, non per colpa loro, ora praticamente per strada. Con il rischio di essere deportati senza soldi in un paese dove non conoscono nessuno.

Il governo fu quindi costretto a fare retro marcia e temporaneamente fermare l’hostile environment per le persone della Windrush Generation e tutti coloro in UK da almeno 30 anni.

Anteprima Prodotto Voto Prezzo
Small Island Small Island Nessuna recensione 10,88 EUR 9,40 EUR

Un altro motivo perché Windrush Generation viene ancora discussa è il parallelo tra gli immigrati della Windrush Generation e i cittadini comunitari in UK ora. Entrambi i gruppi arrivarono legalmente ( i primi come cittadini britannici, i secondi come cittadini comunitari), ma in entrambi i casi la situazione cambiò per motivi esterni (indipendenza dei paesi caraibici e uscita dalla UE del Regno Unito). Ciò significa che tutti coloro venuti legalmente si trovano da un giorno all’altro illegali, se non si ha un sistema per legalizzarli tutti.

Si, il governo britannico ha lanciato il settled status, che è una buona cosa,  ma sappiamo che ci saranno persone che non sanno di doverlo fare. Inoltre una volta fuori completamente dalla UE, specie senza trattato, il ministero degli Interni può fare cambiamenti senza chiedere il permesso al Parlamento.

Cosa che non sarebbe nemmeno notata dalla maggioranza dei media e come per le persone della Windrush Generation, certi cittadini comunitari potrebbero improvvisamente diventare clandestini.

I cittadini comunitari e il settled status

Il settled status rilascia una Indefinite Leave to Remain che anche se a tempo indeterminato il ministero dell’Interno (Home Office) ha sempre il potere di annullare ad individui o ad un gruppo di persone, semplicemente cambiando i termini. Si spera che la lezione del Windrush sia stata imparata, ma come sappiamo i politici non solo hanno i nasi lunghi, ma anche le memorie corte.

L’altro problema è che ci saranno sicuramente cittadini comunitari, soprattutto se qui da lunga data, che non fanno domanda e che quindi potrebbero trovarsi clandestini. Troviamo ancora oggi nel 2020 lettori di questo sito che non sanno che devono fare il settled status (credono che basti avere il NIN o l’iscrizione all’AIRE).

Questi sono generalmente giovani, hanno internet dovrebbe essere al corrente. Invece no. Possiamo solo immaginarsi come possa essere per altri gruppi di italiani. Ci sono anche gruppi vulnerabili, bambini in affidamento, persone con problemi di salute mentale, anziani con demenza o con altri problemi di salute. Se queste persone non hanno una persona che si prende cura di loro, possono ritrovarsi clandestini il prossimo anno. 

Ci sono poi coloro che sono venuti 50 o 60 anni che credono di essere a posto, in molti casi non lo sono. Se non hanno un documento valido che prova che sono qui legalmente, diventeranno clandestini. E una volta usciti dalla UE completamente potrebbero facilmente cadere nella rete del hostile environment. 

I cittadini italiani, come alternativa al settled status,  se sono qui da prima del 1988 possono anche fare domanda tramite il Windrush Scheme. Avrebbero il vantaggio di avere un documento che invece il settled status ora non offre. 

Ultimo aggiornamento 2023-07-31 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scroll to Top