Carenza di medicinali nel Regno Unito; il “nuovo normale”

Negli ultimi due anni, il Regno Unito ha assistito a un aumento costante delle carenze di medicinali, trasformando quello che una volta era un evento sporadico in una nuova e allarmante normalità. Questa tendenza è stata ampiamente documentata in un recente rapporto del Nuffield Trust e di eminenti accademici come Tamara Hervey, Professore di Diritto dell’UE alla City, University of London, e altri esperti provenienti da istituzioni di prestigio come l’Università del Michigan. Nonostante gli sforzi del National Health Service (NHS) che ha investito centinaia di milioni di sterline extra, il problema persiste, aggravato da interruzioni globali delle catene di approvvigionamento e dalla disponibilità degli ingredienti chiave.

Un’onerosa conseguenza economica

Le carenze hanno portato a un incremento drastico delle cosiddette “concessioni di prezzo”, con il governo che è stato costretto a erogare finanziamenti supplementari per l’acquisto di farmaci al di fuori del prezzo stabilito dal NHS. Prima del 2016, i casi di concessioni di prezzo erano rari, con meno di 20 episodi al mese, ma alla fine del 2022 il numero è salito a picchi di 199 concessioni mensili, con costi aggiuntivi che solo nell’ultimo anno hanno raggiunto i 220 milioni di sterline.

Un allarme crescente da parte delle aziende farmaceutiche

Dal 2020 al 2023, si è più che raddoppiato il numero di segnalazioni da parte delle aziende farmaceutiche riguardanti possibili carenze imminenti. Nel solo 2023, sono state emesse 1.634 notifiche di carenze, rispetto alle 648 del 2020. Questo incremento sottolinea la crescente vulnerabilità del Regno Unito nel contesto delle catene di approvvigionamento globali e post-Brexit.

Ritardi nell’approvazione dei medicinali nel Regno Unito rispetto all’UE

Il rapporto evidenzia anche una certa lentezza del Regno Unito nell’approvazione di nuovi farmaci rispetto all’Unione Europea, con 56 farmaci autorizzati nell’UE nell’ultimo anno che hanno ricevuto approvazione più tardiva nel Regno Unito, e 8 farmaci che non sono stati ancora approvati. Questo ritardo potrebbe avere implicazioni dirette sulla disponibilità di trattamenti innovativi e essenziali per i pazienti britannici.

L’impatto del Brexit sulle carenze di medicinali

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’uscita del Regno Unito dall’UE non è stata la causa diretta dell’ultimo picco di carenze di medicinali, ma ha sicuramente indebolito la capacità del paese di rispondere efficacemente a tali crisi. Essendo escluso da iniziative chiave come l’Alleanza dei Medicinali Critici e il Meccanismo di Solidarietà Volontaria, guidati dagli stati membri dell’UE, il Regno Unito rischia di rimanere isolato di fronte a future emergenze sanitarie globali.

Il rapporto del Nuffield Trust pone in evidenza la gravità e la complessità delle carenze di medicinali nel Regno Unito, un problema che non solo implica costi elevati per i pazienti e per il contribuente, ma che minaccia anche l’efficacia del sistema sanitario nazionale. La necessità di una strategia coordinata a livello europeo appare più urgente che mai, per garantire che il Regno Unito possa affrontare efficacemente questa sfida senza precedenti nel settore farmaceutico. Intanto i politici britannici non vogliono collaborare con altri paesi europei e preferiscono soffrire in isolamento.