Kelmscott House in Hammersmith: L'Ultima Casa di Londra di William Morris

William Morris è un nome che evoca l’Arts and Crafts Movement della fine del XIX secolo. Era un artista poliedrico, designer, poeta, socialista e ambientalista la cui opera ebbe un profondo impatto sull’era vittoriana e oltre. L’ultima casa di Londra di Morris era Kelmscott House a Hammersmith, che ha rinominato in base alla sua amata residenza di Kelmscott Manor, nell’Oxfordshire. In questo articolo, esploreremo la storia di Kelmscott House, la sua importanza nella vita di Morris e cosa è oggi.

La Storia di Kelmscott House

Kelmscott House è stata costruita intorno al 1780 e originariamente chiamata The Retreat. William Morris la scoprì all’inizio degli anni ’70 del XIX secolo e si innamorò del fascino della proprietà e della sua posizione lungo il fiume. Morris rinominò la casa Kelmscott House in onore della sua amata residenza di Kelmscott Manor in Oxfordshire. Progettò anche molti degli arredi, carte da parati e tessuti della casa, tra cui la famosa carta da parati “Willow”.

Morris non fu l’unico famoso residente di Kelmscott House. Dal 1878 al 1880, la casa fu affittata all’artista e designer Dante Gabriel Rossetti. Rossetti utilizzò la casa del coach come studio e realizzò molte delle sue opere più famose, tra cui “Beata Beatrix”. Dopo la partenza di Rossetti, Morris tornò a Kelmscott House e vi abitò fino alla sua morte nel 1896.

Kelmscott House Oggi

Oggi, Kelmscott House è di proprietà privata e non aperta al pubblico. Tuttavia, la William Morris Society occupa la casa del coach e le stanze del seminterrato, curando un piccolo ma affascinante museo. Il museo è aperto al pubblico il giovedì e il sabato dalle 14:00 alle 17:00 e ospita una collezione di mobili, tessuti e carte da parati originali di Morris, nonché altri manufatti dell’Arts and Crafts Movement.

Il Lavoro di William Morris

Il lavoro di William Morris ha avuto un impatto significativo sull’era vittoriana e oltre. Morris credeva nell’importanza dell’artigianato, respingendo i prodotti di massa e industrializzati dell’epoca. Ha sostenuto le tecniche e i materiali tradizionali, cercando di elevare le arti decorative al livello delle belle arti.

Il socialismo di Morris era anche una parte integrante del suo lavoro. Credeva che l’arte dovesse essere accessibile a tutti e che i lavoratori dovessero poter godere di beni belli e ben realizzati. La visione di Morris di una società più egualitaria, in cui l’arte e l’artigianato erano celebrati, ha influenzato molti dei suoi contemporanei e continua a ispirare le persone oggi.

Se vuoi visitare il piccolo museo, lo trovi aperto il giovedì, sabato e domenica dalle 12 alle 17, ingresso gratuito, il sito ufficiale si trova qui.